giovedì 3 gennaio 2013

Carte de Visite di apertura Album

Il fenomeno della “Cardomania” che furoreggiò tra la fine dell’Ottofcento e l’inizio dell’Ottocento decretò il successo del formato Carte de Visite come strumento di identificazione e riconoscimento sociale della borghesia e della classe media benestante in epoca Vittoriana.
Del meccanismo di scambio che consentiva di raccogliere negli album la collezione dei ritratti di parenti, amici e conoscenti, ho già scritto nel precedente articolo sulle carte de visite.

All’acquisto, l’album si presentava, come ovvio, completamente spoglio. Naturalmente si poteva direttamente iniziare a popolarlo con le CdV di cui già ci si disponeva.
Tuttavia la sua funzione sociale ed uso consueto era quello di costituire una sorta di gioco che consentiva di vivacizzare gli incontri con gli ospiti che si ricevevano nel “salotto buono”.
Mancando le opportunità tecnologiche attuali, per animare serate e visite per prendere il the non rimanevano che poche alternative. Tra queste, si potevano intrattenere gli ospiti con almeno due generi di passatempi fotografici: la visione di vedute stereoscopiche e la visione dell’album fotografico.
In questo secondo caso, iniziava l’indovinello del “chi conosce chi” e le pagine venivano sfogliate come occasione di commenti e persino di pettegolezzi. Ciò era ovviamente occasione di delizia per le signore chiamate a condividere la complicità di questo genere di lettura fotografica.

La visione dell’album da parte degli ospiti implicava una sorta di impegno sottointeso che richiedeva il reciproco scambio di carte de visite; gesto che permetteva l’ulteriore sviluppo del gioco ed il completamento dell’album.
Per rendere più esplicita questa richiesta, in ambiente anglosassone, non era raro predisporre una CdV di apertura proprio nella prima pagina. Queste immagini riportano solitamente un breve brano in rima che invita il visitatore a partecipare attivamente al completamento dell’album con il dono della propria carte de visite, promettendo in contraccambio l’identico favore d’amicizia.
Le poesie di queste CdV di apertura sono a tutti gli effetti delle fotografie, spesso decorate da volute floreali, oppure anche da miniature multiple che possono rappresentare luoghi, bambini, fiori, fanciulle, scene di genere e pittoresche.
Quest’uso è praticamente assente in ambiente italiano, dal momento che questa tipologia di oggetto fotografico aveva un costo non trascurabile ed il consumo fotografico italiano rimase a lungo meno ricco di quello francese ed inglese. La struttura sociale italiana fu infatti caratterizzata da un’economia povera e prevalentemente agricola: la rivoluzione industriale produsse i suoi effetti solo a partire da inizio novecento.

Nell’album potevano anche essere inserite CdV di personalità politiche, del mondo dell’arte, dello spettacolo, della nobiltà, della politica oltre naturalmente ed in bella evidenza, le CdV della Famiglia Reale. L’esibizione di queste immagini, che si potevano acquistare presso i fotografi che le stampavano in serie, può fornire utili indicazioni sui valori condivisi tra gli appartenenti alle classi benestanti.
Negli album italiani è interessante notare che in alcuni album vengono poste in evidenza le immagini del re della regina e dei principi, mentre in altri sono esibiti i ritratti di Garibaldi e persino di Mazzini.

Si comprende dunque che esisteva un mercato per Cdv di apertura, riempimento e persino chiusura.

I brani in rima di apertura più ricorrenti sono di due tipi: “Quiz” e “Should Auld Acquaintance

Carte de Visite di apertura album

Ecco, qui di seguito, il testo
scritto su questa CdV di apertura album:

Should Auld Acquaintance
Be Forgot
And never Brought to mind?
While I've an Album to contain
The friends of "Auld Lang Syne".
Then gie's ye're "carte"
My trusty Friend
And here's a "carte" o' mine.
We'll fill our Albums to the end
Wi' the friends
Of Auld Lang Syne.


Carte de Visite, verso.

Questa è una CdV che racconta qualcosa di sé con una nota sul dorso…

Il testo di “Should Auld Acquaintance” si rifà ad una canzone tradizionale Scozzese, spesso cantata per celebrare l’inizio di un nuovo anno.
"Auld Lang Syne" è in italiano il "Valzer delle Candele".
Eccone una spendida esecuzione, in linga originale, in questo clip video…



Ecco un'altra CdV inglese di apertura.
Chi veniva accolto in visita presso una famiglia benestante di fine ottocento, veniva regolarmente invitato a sfogliare l'abum di famiglia. Ciò permetteva di stabilire legami culturali e riconoscimento di valori comuni. In questo modo la famiglia esprimeva il suo profilo sociale, economico, politico, religio, attraverso l'esibizione della scelta di CdV che esibiva. Le CdV potevano, ad esmepio, includere i ritratti della Famiglia Reale, riproduzioni d'arte e paesaggi. Allo stesso tempo si esponevano i dettagli e la qualità dell'abbigliamento e delle acconciature, attraverso la posa dei componenti della famiglia.
Chiunque apriva la raccolta delle imamgini, era chiamato esplicitamente ad aggiungere un altro volto, affincheè altri potessero unirsi al gioco del riconoscimento.


Ecco i versi che questa CdV declamava:

WHOEVER OPENS THIS TO SEE
ANOTHERS FACE WITHIN
MUST NOT FORGET HIS OWN
TO PLACE
FOR HAVING QUIZZ.D
AT HIM.

ALL THAT'S ASK'D
OF THOSE WHO LOOK
AT THE CONTENTS OF THIS BOOK
BY ITS RIGHT & LAWFULL OWNER
IS THAT EACH BECOME A DONER.

Carte de visite

Le fotografie formato carte de visite (carte-de-visite abbreviato come CdV o CDV) costituiscono una sorta di biglietto da visita fotografico che godette di enorme popolarità tra la fine dell’Ottocento ed i primi del Novecento.

Il successo di questo genere ritrattistico si fondò sulla novità e la convenienza di un prodotto fotografico nuovo, in grado di assolvere la funzione di strumento di identificazione e riconoscimento sociale. La borghesia in ascesa vi trovò una efficace soluzione al desiderio di autocelebrazione ed affermazione degli attributi di classe e della personalità individuale.

Le dimensioni normali di una carte de visite sono di circa 54.0 mm (2.125 in) × 89 mm (3.5 in) per l’immagine fotografica stampata su carta compatta e sottile. Questo supporto primario veniva montato, solitamente a caldo, su un cartoncino piuttosto consistente di 64 mm (2.5 in) × 100 mm (4 in). Il positivo è di norma stampato su carta all’albume. Gli esemplari più antichi possono essere stati realizzati su carta salata. Le CdV più tarde sono realizzate con processi al collodio, aristotipia o altri procedimenti, talvolta anche tecnicamente raffinati e rari. Non raramente la CdV veniva tinta a mano.

Il fotografo parigino André-Adolphe-Eugène Disdéri (Parigi, 28 marzo 1819 - 4 ottobre 1889) brevettò nel 1854 il metodo per ottenere otto diversi negativi su una sola lastra. Ciò determinò il formato che caratterizza le Cdv e che ne rese possibile il successo anche grazie alla riduzione dei costi di produzione. Il negativo poteva essere stampato per contatto e la produzione delle copie era quindi particolarmente conveniente.

Il formato tardò ad affermarsi nei primissimi anni, fino al giorno in cui l’imperatore Napoleone III fece fermare le truppe in partenza per la campagna d’Italia (II guerra d’Indipendenza Italiana) al n.8 del Boulevard des Italiens per farsi ritrarre da Disdéri. L’episodio è riposrtato nelle memorie del fotografo Nadar, pseudonimo con cui è conosciuto Gaspard-Félix Tournachon (Parigi, 6 aprile 1820 - 21 marzo 1910). L’intento era forse quello di promuovere e celebrare l’immagine dell’imperatore, diffondendone la conoscenza dell’aspetto fisico tra tutto il popolo, le truppe e gli Alleati. Disdéri vendeva le copie dei personaggi più famosi del suo tempo e che egli accoglieva volentieri nel suo studio. Farsi ritrarre da questo fotografo significava la consacrazione del proprio successo finanziario, artistico o politico.

Così tutti coloro che potevano permetterselo vollero farsi fotografare in Cdv, donando poi ad amici, conoscenti ed estimatori, copia del proprio ritratto. Il successo del formato carte de visite dilagò innescando il meccanismo di reazione a catena che stava alla sua base: io regalo la mia CdV a te, tu regali la tua CdV a me. In questo modo si costituivano con una discreta rapidità le grandi raccolte di carte de visite che implicarono l’affermazione di appositi album fotografici a finestre. In questi contenitori venivano riuniti i ritratti di familiari, amici e conoscenti, divenendo così una sorta di “atlante familiare” che permetteva il riconoscimento reciproco di legami, ruoli, aspettative e identificazioni sociali.

Album Carte de Visite da tasca, a portafoglio.

La “Cardomania” divenne un autentico fenomeno tra la borghesia ed i benestanti, iniziando dall’Europa, per poi diffondersi in America. Il piccolo formato CdV, che fu alla base del successo di questo genere ritrattistico e degli imponenti album fotografici, caratteristici dell’epoca Vittoriana, fu anche motivo della sua progressiva scomparsa.

© 2013 by Gabriele Chiesa


Album per Carte de Visite a finestre con decorazioni colorate in cromolitografia.