mercoledì 4 luglio 2012

Sistema di fotografia automatica BOSCO: Conrad Bernitt, 1890

Autoritratto di gruppo eseguito in chiosco
fotografico BOSCO, anno circa 1892,
Hamburg, DE. Misure: 61 x 84 x 2 mm.
La storiografia fotografica corrente accredita l’invenzione della ripresa automatica come scoperta americana. La denominazione “photobooth” identifica questa tipologia di immagini che non sono altro che autoscatti eseguiti in un chiosco a trattamento automatizzato, solitamente installato in fiere o luoghi di grande afflusso turistico: località di villeggiatura e centri termali.

Come già accaduto per l’invenzione del telefono, in America si tende a privilegiare l’aspetto dell’affermazione commerciale su larga scala, attribuendo la priorità delle invenzioni a chi ne ottenne la definitiva affermazione, piuttosto che agli autentici precursori. La realtà dei fatti è che i primi chioschi fotografici non furono i Photomaton installati a Broadway da Anatol M. Josephewitz (Josepho) nel 1925, ma i BOSCO dell’amburghese Conrad Bernitt. Le cabine fotografiche automatiche BOSCO entrarono in funzione quasi mezzo secolo prima del sistema Photomaton!

Al sistema BOSCO di Conrad Bernitt, con ulteriori spiegazioni di approfondimento ed un consistente corredo iconografico, è dedicata un’intera sezione (pagine 177-180) del libro «Dagherrotipia, Ambrotipia, Ferrotipia Positivi unici e processi antichi nel ritratto fotografico».

Il prodotto fotografico è un positivo unico diretto, esattamente come accade per la dagherrotipia o l’ambrotipia ed è assimilabile alla ferrotipia come qualità e tipologia di trattamento.

Dorso di lastra fotografica a vaschetta BOSCO
Serigrafia su vernice dorata, anno circa 1892.
La ripresa fotografica avviene in cabina e ciò rappresenta l’inizio di una nuova epoca per la fotografia, svincolata dal rituale dello studio fotografico. Da questo momento inizia l’epoca delle istantanee autogestite e trasgressive, manifestazione di sentimenti ed orgoglio popolare, testimonianza di affermazione sociale delle classi marginali.

Il chiosco fotografico diverrà, fino alla seconda metà del Novecento, il luogo di autorappresentazione degli strati sociali meno abbienti e, particolarmente negli Stati Uniti, delle etnie latine, afroamericane, nordafricane, ispaniche, asiatiche. La lastrina esposta, una volta effettuata la ripresa, subisce un trattamento automatico all’interno di un meccanismo in cui viene posta in posizione orizzontale. La sua forma è quella di una vaschetta a bordi rialzati, in ferro rivestito con vernice brillante color oro, in grado di resistere al trattamento ed all’ossidazione. Grazie alla sua sagoma, può accogliere il piccolo quantitativo di chimici che servono per il processo. L’immagine viene restituita in tre minuti e l’asciugatura è piuttosto rapida. Le istruzioni raccomandavano ovviamente di non toccare la superficie fino a completa asciugatura.

Le due illustrazioni di questo articolo provengono da uno degli esemplari delle collezioni Chiesa – Gosio. Si tratta di uno dei primissimi pezzi prodotti con il sistema BOSCO. Esemplari successivi presentano modifiche nelle iscrizioni in serigrafia.

1 commento:

  1. ma è magnifico....per non dire esaltante. Riesco a immaginare lo stupore della gente che vedeva il proprio ritratto su lastra. complimenti per la ricerca...

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